venerdì 17 febbraio 2012

La Sartiglia di Oristano

La Sartiglia e Su Componidori


C’è un periodo dell’anno in cui il mio 50% oristanese viene fuori e, come dico io, il richiamo della foresta si fa sentire. E allora il Carnevale lo passo ad Oristano e non a Terralba dove abito ormai da più di 20 anni.
Ad Oristano l’appuntamento è con la Sartiglia. Una giostra equestre dalle origini antiche (più di 500 anni), di origine spagnola, dove i cavalieri si lanciano in una corsa sfrenata a cavallo e cercano di infilzare una stella appesa sul percorso. Devono centrarla con una spada ed è un’impresa davvero difficile. Infatti i cavalieri si allenano durante tutto l’anno per questi due importantissimi giorni. Non mi dilungo sullo svolgimento della giostra perché il mio post vuole parlare del “capo” della Sartiglia. Il re della città per un giorno. È importante sapere che la sartiglia si volge l’ultima domenica e martedì di carnevale, quindi in due giorni.
Per ognuno dei due giorni c’è un’organizzazione diversa. Tutto si svolge nello stesso modo ma la domenica chi organizza è il gremio dei falegnami, di San Giuseppe, mentre il martedì il tutto viene affidato al gremio dei contadini, di San Giovanni. Ogni gremio decide chi farà su Componidori, nel giorno stabilito dalla storia e dalla tradizione. Su componidori è colui che guiderà la giostra.
Lui la aprirà e scenderà per primo alla stella. Avrà due assistenti: su secundu e su terzu, che faranno pariglia con lui. Perché è così che funziona: i cavalieri sono sempre in trio. sia loro che gli altri 117 cavalieri partecipanti.
L’uomo designato, solitamente un cavaliere tra i più esperti, si “sottopone”a dei precisi rituali. Per cominciare, il 2 febbraio, giorno della Candelora, il presidente di ogni gremio consegna il cero benedetto al proprio componidori e agli altri della pariglia principale. Questa è la cerimonia di nomina.
Poi il giorno della Sartiglia, la giornata del capocorsa inizia presto e finirà tardi. Questo potrebbe sembrare una cosa normale e se vogliamo facile, ma non lo è. E vi spiego perché. Uno dei momenti più importanti e emozionanti della giornata è la Vestizione de Su Componidori.
Un rituale completo segue e comanda lo svolgimento. L’uomo è pronto con i pantaloni  da cavallerizzo di pelle chiara con stivali e una maglietta bianca. Ora si inizia. Nella vestizione il cavaliere viene aiutato da due ragazze: is Massaieddas che con la guida de sa Massaia manna “vestiranno” il prescelto.
Prima di tutto una camicia bianca con ampie maniche e pizzo. Poi una “casacca” di pelle che fa da gilet sulla camicia e copre quasi fino alle ginocchia. E i guanti bianchi.

Alla camicia si aggiungono i fiocchi sulle maniche, rossi la domenica, celeste e rosa il martedì. Purtroppo non posso riportare qui tuttii significati di certi oggetti e colori, perché ora non li ricordo bene e non vorrei sbagliare. Il colore dei nastri ovviamente è uno di quelli.
Poi inizia la parte della vestizione dedicata alla testa. Prima una fasciatura in senso verticale che servirà poi per far sì che la maschera venga posizionata nel modo giusto. La maschera sì. Perchè i cavalieri avranno la maschera e soprattutto il capocorsa.
Soprattutto lui e vi spiego perché. Lui è l’unico che per tutta la durata del suo "mandato giornaliero" dovrà tenere sempre la maschera sulla faccia. Ed è per questo  motivo che la sua dovrà essere posizionata nel modo migliore possibile.
C’è un momento che sottolinea la “posa” della maschera. Ed è il momento subito prima, quando su componidori riceve dal presidente un bicchierino di Vernaccia per fare un brindisi con i presenti. Un brindisi di buon auspicio.
Da quel momento in poi l’uomo indosserà la maschera.
Ora è il momento del velo sulla testa, fissato sotto il mento con un nastro rosso o verde, dipende dal giorno di cui si parla.
Tutti gli elementi vengono fissati con dei punti di cucito, dalle massaieddasa che per mesi hanno provato questo rituale e ora le mani esperte sanno bene cose fare. In simbiosi con lui.






Gli ultimi pezzi che vengono applicati sono il cilindro nero e il fiore sul velo. Una camelia.
Ora il capocorsa è pronto e manca un’ultima cosa. Il cavallo.
Maschera bianca del martedì
Dal palco sul quale si trova, non potrà scendere se non per salire sul cavallo che gli viene portato vicino. Dal momento in cui sale sul cavallo, non potrà più toccare terra. In quel momento lui diventa un semidio. Una figura androgina molto affascinante. È il momento di uscire per andare ad iniziare la corsa.

Maschera gialla della domenica
 Una parte importante della corsa è la discesa alla stella con su stoccu. Che però non ho avuto modo di rappresentare qui con la plastilina. 
Si tratta di un bastone di legno. molto più grosso della spada e quindi l'impresa diventa quasi impossibile. 
Le rosette sono tutto il cavallo
E poi a fine giostra è sempre lui che per chiudere corre tenendo le redini in una sola mano perchè nell'altra ha Sa Pippia de Maju. Un mazzolino di viole mammole. Scendendo in corsa lui piega la schiena all'indietro ed è come andare alla ceca e con sa pippia dà l'ultima benedizione alla folla. I più bravi percorrono tutta la strada così, all'indietro. Grandiosi!!!
Le redini in una sola mano

Sa Pippia de Maju
La bambina di Maggio


Un particolare importante della preparazione della Sartiglia sono le rosette che servono per bardare il cavallo. E ogni pariglia ha i suoi colori, che vengono tenuti nascosti fino al momento dell'uscita ufficiale la domenica mattina.