domenica 24 marzo 2019

Diario scolastico di una quarantenne


Gli esami non finiscono mai. Non è mai troppo tardi. Non si finisce mai di imparare
(Purtroppo sono molto indecisa sul sottotitolo. Aspetto consigli)

Bentornati sul mio blog! 

Da un po’ di tempo non scrivo novità sul mio lavoro (ce ne sono), ma oggi torno qui sul blog con qualcosa di molto diverso dal solito.
Da meno di due anni ho ripreso gli studi, inaspettatamente, e questa novità sta prendendo una piega altrettanto inaspettata. 
Vi racconterò il mio percorso di studi da adulta, nella speranza che a qualcuno possa servire anche come incoraggiamento a riprendere in mano la propria vita e fare ciò che magari non si è mai voluto fare pensando la classica frase scoraggiante “ormai sono grande, ormai è tardi per iniziare qualcosa, ormai ho 50 anni, ormai la mia vita è segnata” oppure il classico sempreverde “non sono capace”.

Chi mi segue sa di cosa mi occupo, chi non mi conosce può guardare i post precedenti e avrà chiaro il quadro della situazione e del mio particolare lavoro. Un lavoro che a breve avrà un importante upgrade, se così lo vogliamo chiamare.



Buona lettura, e se vorrete scrivermi la vostra esperienza, la leggerò con piacere e avremo uno scambio di idee di certo proficuo.

Una foto del periodo in cui la storia è iniziata





















Fine gennaio 2017

Teatro comunale di Terralba

Pioveva

Io e mia sorella Claudia, forse c'era anche la mia gemella Valeria, avevamo assistito ad uno spettacolo (o la presentazione di un libro, non ne sono sicura) in teatro e una volta fuori ci siamo fermate, forse, a chiacchierare con qualcuno. Mentre eravamo lì, Claudia ha visto, per caso, affisso nella bacheca di legno sul muro del teatro, un annuncio non molto comprensibile, o perlomeno in quel momento non l’abbiamo capito del tutto.
Diceva “Corso amministrazione marketing e finanza”... o qualcosa del genere e Claudia mi ha detto: guarda, un corso. Lo abbiamo letto e abbiamo visto che si trattava di marketing e finanza. Non si poteva approfondire ulteriormente dato non c’era scritto altro. Comunque, per informazioni, bisognava rivolgersi alla scuola superiore di Terralba. Ci interessava perché, gli artisti mi capiranno, non tutti siamo portati per curare i nostri conti con ricevute, fatture, e tutto ciò che riguarda i pagamenti, e volevamo frequentare un corso che ci chiarisse un po’ le idee. Capitava a fagiolo.
Il giorno dopo ho cercato informazioni su internet ma niente. Chiesi aiuto ad una mia amica che aveva finito da qualche anno il liceo scientifico in quella struttura e che magari poteva darmi qualche recapito in più. Ricordo che in quei giorni avevo fatto molte ricerche al pc. Era un periodo in cui la mia salute zoppicava perché avevo subito da poco un intervento di tiroidectomia, in pratica mi avevano tolto la tiroide per un nodulo sospetto. La diagnosi del nodulo non era certa: TIR 3b. insomma né benigno ne maligno ma al 70% avrebbe potuto essere maligno. Così diceva qualche dottore Altri davano percentuali totalmente diverse. Tutti dottori ovviamente. Loro nel dubbio tolgono tutto… e io nel terrore mi sono affidata a loro anche se non volevo essere operata fino all'ultimo, anzi, la mattina dell'intervento volevo letteralmente scappare dall'ospedale. Le informazioni sentite da questo o quel dottore non mi rassicuravano. Poi c’erano le mie amiche che c’erano già passate sotto i ferri per quel motivo e che prima e dopo l’operazione mi hanno dato una mano con la loro esperienza di pazienti. molto più veritiere su certi aspetti. Niente mi dava molto conforto ma andavo incontro al mio “destino”. Andava fatto e l’ho fatto.
La mia giornata trascorreva sul divano davanti alla tv o al pc perché per quanto io mi sforzassi, la depressione post operatoria (data dalla mancanza della tiroide e dal valore più importante in assoluto che era a 44.000 anziché a 400) non mi permetteva di fare concretamente qualcosa. Mi svegliavo ogni giorno con tante idee ma durante la giornata la voglia di fare svaniva nel nulla. Un periodo davvero triste di cui anche il mio lavoro subiva le conseguenze. Avevo addirittura lasciato il mio nuovo libro quasi pronto per la stampa, per riprenderlo un mese dopo l’operazione, ma non feci nemmeno quello perché l’entusiasmo era svanito con la tiroide.
Ma, per tornare all’argomento principale di questo post, per qualche giorno mi sono data molto da fare con le ricerche. Non si trovava un numero di telefono utile. Alla fine mi hanno detto, credo, di andare direttamente a scuola perché non sapevano dirmi niente al telefono. Ero abbastanza scocciata perché non è possibile che si pubblicizzi un corso, che tra l’altro aveva la scadenza delle iscrizioni di lì a qualche giorno, e che poi non si potessero trovare informazioni da nessuna parte. Avevo chiesto perfino in Comune. Qualche giorno dopo le mie ricerche, quindi, sono dovuta uscire dal mio eremo e siamo andate alla scuola superiore, io e Claudia. 
Pioveva, e sono entrata solo io, mentre lei è rimasta in macchina ad aspettare news. Nel caso ci fosse stato qualcosa da “sentire” sarebbe scesa. Non ci contavamo e ci aspettavamo un altro buco nell’acqua. Parlai con una professoressa che quando seppe le mie intenzioni fece gli occhi a cuore e io mi domandai subito perché. Poi capii che da anni cercavano di avere un numero minimo di iscritti per far partire il corso e io rappresentavo una persona in più anzi due.  Dopo un breve chiarimento, io capii che stavo chiedendo in formazioni non per un “corso” breve, ma per il corso di studi di 5 anni per diventare quello che prima si chiamava “ragioniere”.
"Che disdetta!" pensavo "Studiare per il diploma?"
No, non l’avevo mai voluto fare seriamente da grande, nonostante ci avessi pensato spesso negli anni passati, per colmare questa mi lacuna a livello di titolo di studio.
Molte persone davano per scontato che io fossi diplomata, forse perché è "normale" essere diplomati non so, o forse perché ho una cultura generale non indifferente su molti argomenti, e alcuni addirittura credevano che io fossi laureata, nonostante io non abbia mai adito ad una cosa del genere.
Comunque la prospettiva mi spaventava: non avevo nessuna intenzioni di fare 5 anni di studio, adesso! Ero certa che non avrei seguito la scuola come si dovrebbe, non l’avevo fatto nemmeno quando l’età era quella giusta per fare le superiori. “Mi conosco”, dicevo.
Tornai in macchina e diedi la notizia a Claudia. Ne parlammo. “Cosa facciamo? Sono 5 anni. No, ma come facciamo? Bo, dai pensiamoci qualche giorno. La scadenza è il 2 febbraio”. Era 31 gennaio….
Ne parlai con mio marito (che all'epoca lo era ancora, prima che lui decidesse che non voleva più esserlo) che mi disse solo che dovevo decidere io se me la sentissi o meno. Insomma, se cercavo un consiglio, non l’avevo trovato. Questo mi deludeva, perché fino a poco tempo prima, nei precedenti 26 anni insieme, lui mi aveva sempre dato un parere, soprattutto se da me richiesto, e perlomeno si parlava di tutto ciò che ci riguardava in un modo o nell’altro. Ma questa è un’altra storia, che riprenderò più avanti. Tra l’altro lui è proprio ragioniere.
Alla fine con Claudia decidemmo di iscriverci e io dissi: “Dai, iscriviamoci, che ne sappiamo di come saremo messe a settembre? Magari nemmeno inizieremo chi lo sa.”. Se nel mentre avessimo trovato magari un lavoro che ci impegnasse nel pomeriggio, la scuola sarebbe stata eliminata dal nostro orizzonte.
Passarono inverno e primavera senza quasi mai pensare alla scuola. A maggio io mi ripresi un po' dalla depressione post intervento. Arrivò l’estate e il 24 agosto la mia vita cambiò per sempre. “Per sempre” potrebbe sembrare un parolone, ma si può dire che la mia vita sia cambiata quasi radicalmente da un certo punto di vista. Purtroppo.
In quel momento la scuola era il mio ultimo pensiero, e il perché ve lo dirò nel prossimo post.

Grazie per aver letto l’inizio di un lungo racconto che durerà, credo, qualche anno. Ma non vorrei che questo vi scoraggiasse, in realtà lo racconterò mentre lo vivrò questo percorso, giorno per giorno, e davvero non ho idea di quanto durerà. è iniziato a ottobre 2017 perciò ho già un anno e mezzo, di arretrato da raccontare. Cercherò di scrivere un post alla settimana.
A presto!

#diarioscolasticodiunaquarantenne