venerdì 6 aprile 2012

BUONA PASQUA!Pane e dolci pasquali ma con un tocco in più. Dalla tradizione nascono sempre nuove idee!


Buona Pasqua!
Eccoci, anche quest’anno è arrivata la Pasqua! E come succede ormai da un po’ di tempo, il periodo che attraversiamo mi ispira delle nuove creazioni a tema.
Ho iniziato quindi a pensare alle uova di Pasqua e a quali animali e simboli solitamente richiamano questo evento.
Dopo aver fatto i primi, è successo, per caso, che qualcuno mi abbia chiesto di preparare qualcosa per una vetrina pasquale. E questo mi ha ulteriormente ispirato. E così sono nati il coniglio, uguale al mio primo coniglio (che trovate nel post “Nella vecchia fattoria…) ma reso molto diverso dal fatto che il nuovo ha gli occhi fatti di plastilina e non gli occhietti mobili già pronti. Potrebbe sembrare una piccolezza ma il cambio degli occhi cambia tantissimo l’”espressione” degli animali.
La stessa cosa è successa per la nuova gallina. Molto diversa dalla prima per diversi motivi. E poi i pulcini gialli.
Poi mi è venuta l’idea degli ovetti colorati messi in un cestino
Ho anche tentato di fare un uovo grande ma è difficile fare un uovo credibile quando le dimensioni crescono. E ormai chi mi conosce sa che faccio le cose piccole e a volte minuscole.










                                                     
E infine le campanelle, che solitamente non mi riescono e invece l’ispirazione del momento mi ha dato modo di eliminare questo vecchio ostacolo. Succede così, certe forme non ti vengono bene anche se ci perdi tanto tempo. Ma poi capita che un giorno dal nulla la forma viene fuoriin un attimo. E pure bene! Mi succede spesso per certi animali.

I nostri dolci di Pasqua! Le formaggelle: is padruasa!

In questi giorni prima della Pasqua succede sempre che a casa mia noi tre sorelle ci raduniamo con mia mamma e facciamo chili e chili di formaggelle (che in sardo si chiamano padruasa) con la ricetta che faceva mia nonna. È sempre un momento per trovarci insieme e come sempre ridere, discutere, litigare e ridere. In una sera si fa in tempo a fare tutto ahahah. Nel mentre c’è chi macina il formaggio fresco mentre mamma prepara l’impasto per la farcia: la maggior parte è formaggio fresco ma c’è anche un po’ di ricotta e uova, zucchero, farina e zafferano. Forse ho dimenticato qualcosa, perché questo è uno dei compiti di mamma, come fare la pasta. Poi una volta pronto l’impasto del formaggio (che è troppo buono e dobbiamo trattenerci per non mangiarlo tutto crudo), iniziamo a fare “i pillusu” che noi amichevolmente chiamiamo i pilli. Ultimamente lo faccio sempre io. Consiste nel passare la pasta nella macchinetta per la pasta (prima alla massima apertura dei rulli e poi alla tacca 2) e fare dei pezzi lunghi e fini dai quali nasceranno formaggelle singole doppie e multiple fino a 5, questi multipli noi li chiamiamo coccoetti (da coccoi, un tipo di pane sardo). Poi con un dito intinto nell’acqua con zafferano, coloriamo una ad una le formaggelle e sono pronte ad essere infornate. Ovviamente le cuociamo nel forno a legna. Questo è il compito di Papà: preparare e accendere il forno, infornare e sfornare. E a fine serata come ogni anno, una volta finita la cottura delle formaggelle, usiamo il forno per cuocere pollo e patate e stare a cena tutti assieme. Il copione è sempre lo stesso ed è bellissimo ripeterlo ogni anno! 

Pronte per il forno
 


Non fate caso al colore delle ultime. Ho fotografato solo questa teglia purtroppo. ma erano 6!
Quest’anno ci sono state alcune cose diverse dal solito: la prima è che solitamente ogni anno il giorno delle formaggelle ha sempre piovuto, essendo sempre primi di aprile o fine marzo, mentre ieri c’era un caldo bellissimo e il forno ci stava squagliando ahahah. Stare in maglietta in questo periodo è stranissimo. La seconda novità è che quest’anno la nostra famiglia, da 3 mesi, si è arricchita di un nuovo elemento. Francesco, il figlio della mia gemella Valeria. Quindi questa volta ci siamo un po’ distratti dalle formaggelle per andare ogni tanto a coccolare lui, infatti Vali si è assentata un po’ anche per dargli da mangiare. Mentre Claudia cercava di farlo addormentare e stava con lui e io e mamma restavamo sole solette a fare pilli e coccoetti.




Ora le formaggelle verranno, all’occasione, ricoperte da una glassa fatta di limone, zucchero e acqua che le rende ancora più golose e irresistibili. Ma a me piacciono anche al naturale!

Il pane di Pasqua
C’è un altro aspetto della Pasqua che è tutto nostro. Tutto sardo. Ed è la tradizione dei pani rituali. Una cosa che mi ha sempre affascinato ma che non ho mai potuto imparare perché purtroppo nel mio paese non si usa molto e in particolare nella mia famiglia non si è tenuta questa tradizione.
Si tratta di una particolare lavorazione del pane che, di volta in volta a seconda dell’occasione e del periodo, prende forma ispirandosi all’evento che ci si prepara a vivere. Per Natale, per Pasqua, per i matrimoni e così via. La lavorazione è fatta di gesti precisi e rituali ma anche di simboli particolari come fiori, foglie, rami, uccellini e in particolare colombe per Pasqua etc. In certi pani si incastonano delle uova vere. Qui nel mio paese si chiamano Anadeddas. E poi si costruiscono tante altre cose come per esempio un rosario totalmente fatto di pasta di pane. e tante cose che ora non posso elencare perchè sono davvero tante e sarebbero tutte da descrivere nel modo adeguato e quindi dovrei dilungarmi tanto. potrei fare un post apposta per questo. 
Un anno fa ho avuto la fortuna di visitare un museo unico in Sardegna. il MUSEO DEL PANE RTUALE  che si trova a Borore in provincia di Nuoro. L’ho voluto visitare un’altra volta qualche mese fa ed è stato più bello della prima volta. Perché questa volta nonostante il museo avesse aperto solo per me e la mia amica(allora era quasi in fase di riallestimento), abbiamo avuto modo di saperne di più, grazie ad una persona che ci ha accompagnato e spiegato varie cose.
Ci tornerò lunedì 9 aprile, il giorno di Pasquetta. Perché è proprio in questo giorno che il museo verrà nuovamente inaugurato con una nuova esposizione e in particolare la giornata verrà dedicata al pane di questo perioso. L'evento si chiama “Coccoi Il pane di Pasqua” e oltre ad un convegno, ci sarà modo di partecipare a dei laboratori con le panificatrici (e io non voglio perdere l’occasione per imparare!) e ci sarà anche modo di acquistare il pane in loco nel Food Shop del museo. Novità di quest’anno.
L’idea di imparare a fare il pane rituale mi girava in testa da un po’ di tempo e come sempre succede da più di un anno a questa parte, avevo avuto l’idea di trasferire poi questa mia piccola passione ai bambini, insegnando loro a riprodurre i pani rituali ma fatti di plastilina. E' un altro modo per tenere viva la tradizione anche nei nostri bambini, nel modo che loro preferiscono: giocando. E così in questi giorni ho cercato un pane rituale per copiarlo e iniziare a esercitarmi.


Questo è il pane che scelto di copiare ed è proprio una foto presa dal museo di Borore
 

Ho iniziato subito la preparazione con la plastilina
 









Eccolo finito




Poi ne ho improvvisato uno tutto mio in 5 minuti ma poi appena ho tempo ne farò uno più complicato...


 
Con la foto finale dei miei personalissimi pani di Pasqua vi auguro Buona Pasqua!!! 
                                 Dimenticavo... non poteva mancare la formaggella di plastilina!
BUONA PASQUA!

1 commento:

  1. bellissimo racconto di questo stare insieme !!!
    a casa mia invece ... io mangio ehhehehehe

    RispondiElimina